Bardolino
Ero con i miei amici e stavamo camminando lungo la strada principale di Bardolino [x chi non conosce questa cittadina: ridente località sita sul lago di Garda in provincia di Verona] e ci dirigevamo verso le auto parcheggiate poco distante.
Ma la strada era cambiata rispetto a prima.
Ora si passava a obbligatoriamente a bordo strada, la quale, particolare non da poco, era a strapiombo sul lago.
Bisognava addirittura saltare su alcune pedane semisospese nel vuoto.
In alcuni punti invece queste erano veramente sospese nell’aria e galleggiavano come pezzi di legno sull’acqua.
Ma non erano pezzi di legno.
Erano grosse gallette di riso soffiato ricoperte su un lato con del cioccolato fondente.
Meno male che questo non era il lato su cui si poggiavano i piedi.
Queste pedane erano comandate tramite altri dischi un po’ più piccoli.
Bisognava tirarli a mo’ di freesbee verso due paletti piantati a terra poco distante.
Quando si faceva centro la pedana si muoveva verso terra e si poteva scendere e proseguire.
Quando non si faceva centro subito si aveva un’altra possibilità.
Quando si sbagliava anche questa seconda possibilità saltava fuori dal nulla un timer che mostrava un conto alla rovescia di pochi secondi, mentre la pedava cominciava a cedere.
In quei pochi secondi si aveva la possibilità di fare un ultimo tiro e di centrare i paletti.
Fallito anche questo ultimo tiro la pedana cedeva del tutto e si cadeva giù nel vuoto.
Mi ricordo che la superficie del lago, spiaggetta e scogli compresi, si avvicinava sempre più velocemente.
Allora chiusi gli occhi per non guardare.
Mi svegliai di colpo con un leggero batticuore.